UNO SGUARDO D’INSIEME
La fase di transizione dall’infanzia all’adolescenza è una delle più complesse e affascinanti nell’arco della vita, un momento di cambiamento accelerato, sia fisico sia psichico, secondo solo, per velocità e profondità, a quello della prima infanzia; si tratta di un periodo dai confini indeterminati, la cui principale caratteristica è il succedersi rapido di cambiamenti radicali ed irreversibili in ogni campo: fisico, psicologico e sociale.
Un punto fondamentale nel percorso di formazione del sé dell’adolescente è la costruzione di relazioni sociali che sono anche indice del benessere psicologico, della capacità di negoziare e cooperare e sono un fattore protettivo dal rischio di disagio psicosociale. Investire in una relazione di fiducia con l’Altro dipende molto dal contesto entro cui ci si trova; infatti, nell’attuale modernità si vede un notevole aumento delle risorse e possibilità relazionali, ma anche un maggior grado di ambiguità e ambivalenza: la rete interpersonale si amplia, anche geograficamente, diventa sempre più diversificata, meno densa, più specializzata nei contenuti. Per l’adolescente però avere più libertà di scelta significa anche andare incontro a maggiori frustrazioni.
Oggi, la cultura avvolgente dei media e di internet contribuisce più che mai a creare e ricreare un mondo immaginario, una sorta di realtà virtuale; il confine tra realtà effettiva e realtà virtuale si fa sempre più labile, prevale sempre più l’immagine sulla cosa, la copia sull’originale. Il bombardamento di immagini è un genere di comunicazione veloce, diretta, immediata ma è un’informazione incompleta. In questo scenario trovano spazio facilmente contenuti e comportamenti potenzialmente dannosi per lo sviluppo dei più giovani.
I nuovi media, inoltre pongono delle questioni associate al problema della sicurezza: i ragazzi e le ragazze, pur essendo spesso tecnicamente competenti, non sanno cogliere le conseguenze dei loro comportamenti in rete; per i nativi digitali è fortemente cambiato il concetto di privacy e diventa fondamentale far comprendere loro che i primi garanti dei loro dati personali e sensibili sono loro stessi.
CONOSCERE IL CYBERBULLISMO
Nel 2004 Bill Belsey introdusse il termine cyberbulling per descrivere un fenomeno nuovo che implicava l’utilizzo della rete per danneggiare qualcuno; il bullismo online prevede che un individuo o un gruppo mettano in atto azioni aggressive ed intenzionali attraverso sms, foto, video, chat, email siti web eccetera, con l’obiettivo di colpire qualcuno, spesso un coetaneo. I comportamenti più diffusi sono:
- Il flaming: il flame è un messaggio volgare, ostile e provocatorio pubblicato con lo scopo di innescare un conflitto verbale tra gli utenti della rete.
- L’happy slapping: i bulli vengono ripresi con uno smartphone mentre commettono atti violenti fisici o psichici nei confronti della vittima; il video viene poi fatto circolare in rete.
- L’harassment: è caratterizzato da messaggi ripetuti molesti, violenti e offensivi mirati ad una persona.
Le implicazioni di questo fenomeno sono enormi, basti pensare che tutto quello che succede in rete rimane in memoria e dunque non si cancellerà mai definitivamente; inoltre, in rete, non esistono confini spaziali e ciò significa non solo poter invadere la vittima in qualsiasi momento della giornata ma anche coinvolgere come spettatori un numero spropositato di altre persone, conoscenti e non.
È evidente quindi che la possibilità di anonimato o comunque di proteggersi virtualmente dietro uno schermo rende il bullo particolarmente pericoloso e incapace di empatizzare con la vittima della quale non può vedere in tempo reale le reazioni e le emozioni. Colui che commette azioni di bullismo in rete prova un certo senso di onnipotenza perché con uno sforzo minimo, per esempio la condivisione di un’immagine in un solo click, ottiene dei risultati spropositati.
Secondo una ricerca dell’Osservatorio Open Eyes e del Ministero dell’Istruzione, il 26% dei ragazzi italiani è vittima di cyberbullismo, mentre il 23% si definirebbe un “web-bullo”. Altro dato, particolarmente drammatico che emerge da una ricerca statunitense è che il 78% degli adolescenti che si sono suicidati era finito sotto il tiro dei bulli a scuola o su internet.
Molto diffuso, ma poco preso in considerazione, è il cyberbullismo al femminile che agisce prevalentemente attraverso il canale psicologico, tocca i punti deboli della vittima ridicolizzandoli. Essendo le femmine più mature a livello emotivo sono a conoscenza maggiormente delle implicazioni psichiche e delle fragilità su cui si può fare perno. Questo rende gli adulti meno capaci di riconoscerne una gravità in quanto l’azione è più subdola.
UN PROBLEMA DI FIDUCIA: IL SEXTING E L’ADESCAMENTO
Il sexting (parola sincratica che unisce i termini inglesi sex e texting) rappresenta la pratica di inviare o postare messaggi di testo (SMS) e immagini a sfondo sessuale, come foto di nudo o semi-nudo, via cellulare o tramite Internet (Levick & Moon 2010).
Quello che deve preoccupare è che per gli adolescenti tutto questo inizia sempre come un gioco, essi non sono consapevoli di scambiare materiale pedopornografico e illegale, che può arrivare nelle mani sbagliate; tantomeno i ragazzi riescono a considerare gli effetti devastanti sui coetanei coinvolti.
Perché il sexting? Possiamo dire che questo fenomeno risponde un po’ sia al desiderio di fuggire dalle relazioni affettive che al bisogno di abbattere le barriere psicologiche e spazio-temporali reclamando attenzioni e reazioni estreme da parte del pubblico di internet.
Il nuovo disagio giovanile è proprio dato dal fatto che la sessualità non è più una relazione intima con l’altro fusa al sentimento ma diventa uno “scambio” del proprio corpo al fine di ottenere qualcosa, secondo la classica logica del consumismo tipica di questi anni.
E’necessario rieducare i ragazzi al concetto di fiducia: la rete porta gli adolescenti ad alti livelli di intimità e vicinanza apparente in poco tempo favorendo la predisposizione a conferire fiducia a chiunque.
L’adescamento, o grooming (dall’inglese to groom che significa prendersi cura) rappresenta una tecnica di manipolazione psicologica che gli adescatori utilizzano online. Grazie alla facilità di accesso alla Rete attraverso dispositivi mobili da parte di giovani e giovanissimi utenti, il rischio di contatti con adescatori (spesso adulti) e malintenzionati è purtroppo molto alto.
Recenti ricerche hanno reso noto che le vittime hanno prevalentemente un’età tra i 13 e i 14 anni. Il 23 ottobre 2012 è stato introdotto nel nostro codice penale il reato di “adescamento di minori” (art.609 undicies c.p.) anche tramite internet (grooming).
IL RUOLO FONDAMENTALE DELLA FAMIGLIA
La maggiore responsabilità educativa di bambini ed adolescenti deve essere assunte dalla famiglia che, oltre ad avere il compito di educare i propri figli, può essere ritenuta responsabile di eventuali atti di cyberbullismo compiuti dai figli per non aver risposto all’esigenza di un adeguato controllo e di un opportuno monitoraggio durante la navigazione online.
Purtroppo, oggi, sempre più spesso, lo stile educativo è orientato a difendere le condotte lesive dei propri figli e a minimizzare il problema visto che si tratta di qualcosa di virtuale, salvo poi “svegliarsi” nel momento in cui la Polizia Postale suona alla porta. Questo atteggiamento negli anni ha portato le nuove generazioni ad avere una certa difficoltà nell’assumersi il senso di responsabilità.
Per prevenire varie forme di disagio occorre stabilire con i figli una relazione educativa precoce e costante, caratterizzata da una buona sintonia emotiva, tempo da dedicare a loro, autorevolezza e contenimento. Diventa fondamentale valorizzare il ruolo delle emozioni, la possibilità di esplicitarle nel contesto familiare e la capacità del genitore di accoglierle per migliorare la capacità empatica dei figli.
È necessario che in famiglia si possa fare una riflessione sulla gravità degli effetti del cyberbullismo per poi arrivare ad una migliore comunicazione circa l’uso di internet e dei social network. Il controllo e la vigilanza sul comportamento online dei ragazzi deve essere un assunto di base.
I genitori devono imparare a pensare che la collaborazione con la scuola sia necessaria e che si debba fare con essa una stretta alleanza con l’obiettivo comune ovvero il bene dei ragazzi.
Tra le più necessarie azioni preventive segnalo:
- Essere sempre a conoscenza di cosa fanno e/o guardano i figli su internet;
- Favorire il dialogo senza invadere la privacy dell’adolescente
- Porre dei limiti e stabilire insieme delle regole
- Discutere con i figli circa le modalità di diffusione e possibile utilizzo da parte di terzi delle informazioni messe in rete
- Dare supporto senza criticare
- Promuovere una cultura del rispetto e della solidarietà verso il prossimo.
- Diffondere la cultura della legalità
La famiglia è la risorsa fondamentale per eccellenza per i compiti evolutivi del bambino e dell’adolescente infatti quando i genitori sono presenti, sia in senso affettivo che normativo, il figlio si sente aiutato, ascoltato e quindi incline al dialogo. Spesso infatti i cyberbulli mettono in atto certi comportamenti anche per attirare l’attenzione altrui, non raramente quella dei propri genitori.
Cerchiamo dunque di accompagnare questi Nativi Digitali ad un uso consapevole della rete che significa imparare a esplorare con responsabilità e autotutela nel mare di informazioni e possibilità a volte più grandi di loro, significa dare una guida ai comportamenti che vengono messi in atto dietro l’illusoria protezione dello schermo del pc o cellulare.
Dott.ssa Manola Gotti